Chiabrera

I progettisti si sono domandati come trasformare un tipico anonimo edificio per uffici, di quelli che ingrigiscono da anni la già grigia Milano, in un manufatto con una propria valenza architettonica, e non soltanto quanto oggetto in sé, ma anche e soprattutto nel contesto dello skyline metropolitano.

La soluzione da loro adottata è stata quella di dare un segnale potente, caratterizzante, che renda riconoscibile quello specifico edificio la cui memoria strutturale debba essere nel contempo conservata. L'intero edificio quindi è stato rinnovato nella funzionalità e nell'immagine. Il progetto ha riorganizzato infatti gli schemi distributivi e gli impianti tecnologici e con l'inserimento di una nuova facciata ha restituito all'edificio un ruolo primario nell'intorno urbano.

L'edificio, denominato "edificio Kennedy" dal nome della via in cui si affaccia, è collocato in posizione assai visibile anche da chi transita lungo le autostrade del nord milanese. L'emergenza dominante è in questo caso rappresentata da un doppio pannello pubblicitario che consta di due elementi sovrapposti, sfruttabili con cartellonistica o con display elettronici. Eccoci di fronte, dunque, ad una sorta di "casa sandwich", con finalità pubblicitarie ovviamente, ma anche di fronte a una particolarissima "antenna", in quanto simbolo della comunicazione. Non va sottovalutato, il ruolo di cucitura spaziale, nonché di segnale della presenza di un contenitore tecnologico.

L'edificio originario, costruito nel 1962, è stato sede di un'azienda, oggi, dopo il recupero ospiterà ancora uffici, anche se il palazzo era nato inizialmente come abitativo. Soltanto in fase di ultimazione lavori se ne modificò la destinazione. Il che ha finito, inconsapevolmente, per agevolare la ristrutturazione: i progettisti si sono infatti trovati di fronte a una distribuzione dei pilastri più idonea a spazi per il lavoro, nonostante il tutto fosse assai datato (circa mezzo secolo).

La facciata vetrata propone elementi orizzontali (bull noses) che supportano un frangisole ornamentale realizzato con un profilato estruso di alluminio. Particolare l'uso della pietra, quella carsica di Repen, usata solo alla base dell'edificio e ripresa poco più in alto come ultimo richiamo formale alla terra. Al di sopra dei sei piani fuori terra è collocato il segno "a sorpresa" dell'intervento, ovvero quel potente, ma allo stesso tempo leggero doppio pannello pubblicitario di cui s'è detto.

Quanto alla distribuzione degli spazi, quello che era il piano interrato diviene il primo piano cui si accede pedonalmente attraverso una passerella. Tutti gli impianti sono stati portati in alto e si sono impiegate tecnologie estremamente raffinate, basti pensare che per il condizionamento si è impiegata una tecnologia giapponese che abolisce l'utilizzo del freon, gas assai inquinante, sostituendolo con il metano anche per il raffreddamento.

Con l'impiego di un idoneo cristallo esterno, infine si sono raggiunti degli elevati valori di abbattimento acustico. Si è quindi posta l'alta tecnologia al servizio di un messaggio visivamente forte, in grado di ridare dignità urbana a un vecchio edificio privo di personalità.
Chiabrera
Milano, Italy

Progettisti Arch. R. Gantes, Arch. R. Morisi
Progetto 1999
Fine lavori 2002
Superficie dell'area dell'intervento mq. 2.368
Superficie utile totale mq. 4.000
Volumetria mc. 13.200
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